lunedì 25 luglio 2011

Le poesie che amo




CANTO DELLA TRISTEZZA
Non resta che invocare il tuo nome, creatore della vita:
soffro, ma tu soltanto sei nostro amico!
Parliamo solo il tuo incantevole linguaggio,
diciamo il perché della mia tristezza:
Cerco la grazia dei tuoi fiori,
l’allegria dei tuoi canti, i tuoi tesori.
Dicono che in cielo vi sia gioia,
vita e letizia: lì risuona il tamburo,
il canto è incessante e con esso si dissolvono
il nostro pianto e la tristezza,
nella sua casa dimora la vita...
questo sanno i vostri cuori,
oh principi!
Pablo Neruda


IL VINO TRISTE
La fatica è sedersi senza farsi notare.
Tutto il resto poi viene da sè. Tre sorsate
e ritorna la voglia di pensarci da solo.
Si spalanca uno sfondo di lontani ronzii,
ogni cosa si sperde, e diventa un miracolo
esser nato e guardare il bicchiere. Il lavoro
(l'uomo solo non può non pensare al lavoro)
ridiventa l'antico destino che è bello soffrire
per poterci pensare. Poi gli occhi si fissano
a mezz'aria, dolenti, come fossero ciechi.
Se quest'uomo si rialza e va a casa a dormire,
pare un cieco che ha perso la strada. Chiunque
può sbucare da un angolo e pestarlo di colpi.
Può sbucare una donna e distendersi in strada,
bella e giovane, sotto un altr'uomo, gemendo
come un tempo una donna gemeva con lui.
Ma quest'uomo non vede. Va a casa a dormire
e la vita non è che un ronzio di silenzio.
A spogliarlo, quest'uomo, si trovano membra sfinite
e del pelo brutale, qua e là. Chi direbbe
che in quest'uomo trascorrono tiepide vene
dove un tempo la vita bruciava? Nessuno
crederebbe che un tempo una donna abbia fatto carezze
su quel corpo e baciato quel corpo, che trema,
e bagnato di lacrime, adesso che l'uomo
giunto a casa a dormire, non riesce, ma geme.
(Cesare Pavese)


IO TI CHIESI
Io ti chiesi perché i tuoi occhi
si soffermano nei miei
come una casta stella del cielo
in un oscuro flutto.
Mi hai guardato a lungo
come si saggia un bimbo con lo sguardo,
mi hai detto poi, con gentilezza:
ti voglio bene, perché sei tanto triste.
(Hermann Hesse)

Non nascondere
il segreto del tuo cuore,
amico mio!
Dillo a me, solo a me,
in confidenza.
Tu che sorridi così gentilmente,
dimmelo piano,
il mio cuore lo ascolterà,
non le mie orecchie.
La notte è profonda,
la casa silenziosa,
i nidi degli uccelli
tacciono nel sonno.
Rivelami tra le lacrime esitanti,
tra sorrisi tremanti,
tra dolore e dolce vergogna,
il segreto del tuo cuore.
(Rabrindranath Tagore)

Amico mio, io non sono cio' che sembro.
L'apparenza e' come un abito che indosso,
un abito che protegge me dai tuoi interrogativi
e te dalle mie negligenze.
Amico mio, la"io" dimora in me nella casa del silenzio
e li rimarrà per sempre,
impercettibile e inavvicinabile.
Non voglio che tu creda ciecamente in cio'
che dico o faccio, le mie parole e le mie azioni infatti
non sono altro che i tuoi pensieri e le tue speranze resi tangibili.
Quando tu dici "Il vento spira verso est",
io confermo "Si, spira proprio in quella direzione";
perchè non voglio che tu sappia che la mia mente
non dimora nel vento ma nel mare.
Tu non puoi capire i miei pensieri
trasportati dalle onde, ne' voglio che tu lo faccia.
Preferisco navigare da solo.
Quando da te e' giorno, da me e' notte; e pure descrivo il mezzogiorno che danza sulle colline e
la furtiva ombra purpurea che attraversa la valle;
perche' tu non puoi udire il canto della mia oscurita'
ne' vedere il battito delle mie ali contro le stelle;
del resto, meglio così.
Rimarro' solo con la mia notte.
Quando tu ascendi al Paradiso,
io scendo dall'inferno;
e quando, dalla riva opposta del golfo che ci separa,
mi chiami: "compagno, amico",
a mia volta ti chiamo "compagno, amico"
poiche' non voglio che tu veda il mio Inferno.
La fiamma ti brucerebbe gli occhi
e il fumo ti invaderebbe le narici.
E io amo troppo il mio Inferno per fartelo visitare.
Restero' all'Inferno da solo.
Tu ami la Verita',
la Bellezza,
la Giustizia
e io per amor tuo dico che amare e' giusto e decoroso,
anche se dentro di me rido del tuo amore.
Ma non voglio che tu lo veda.
Ridere da solo.
Amico mio, tu sei buono, cauto e saggio,
certo, sei perfetto.
Anch'io, benche' sia pazzo,
quando parlo con te lo faccio con saggezza e con cautela,
mascherando la mia pazzia.
Saro' pazzo da solo.
Amico o nemico che tu sia,
come posso farti capire?
Anche se camminiamo insieme,
mano nella mano, la mia strada non e' la tua.
(Khalil Gibran)
Er compagno scompagno

Un Gatto, che faceva er socialista
solo a lo scopo d'arivà in un posto,
se stava lavoranno1 un pollo arosto
ne la cucina d'un capitalista.
Quanno da un finestrino su per aria
s'affacciò un antro Gatto: - Amico mio,
pensa - je disse - che ce so' pur'io
ch'appartengo a la classe proletaria!
Io che conosco bene l'idee tue
so' certo che quer pollo che te magni,
se vengo giù, sarà diviso in due:
mezzo a te, mezzo a me... Semo compagni!
- No, no: - rispose er Gatto senza core
io nun divido gnente co' nessuno:
fo er socialista quanno sto a diggiuno,
ma quanno magno so' conservatore!
(Trilussa)




E se non puoi la vita che desideri

E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole in un viavai frenetico.
Non sciuparla portandola in giro
in balìa del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea.
(Constantinos Kavafis)



Itaca

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni o i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere:
non sara' questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi o Lestrigoni no certo,
ne' nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga,
che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre,
tutta merce fina, e anche profumi
penetranti d'ogni sorta, piu' profumi
inebrianti che puoi,
va in molte citta' egizie
impara una quantita' di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca –
Raggiungerla sia il tuo pensiero costante.
Soprattutto, pero', non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos'altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avra' deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
gia' tu avrai capito cio' che Itaca vuole significare.
(Konstantinos Kavafis)




L'ingiustizzie der monno
Quanno che senti di' "cleptomania"
è segno ch'è un signore ch'ha rubbato:
er ladro ricco è sempre un ammalato
e er furto che commette è una pazzia.
Ma se domani è un povero affamato
che rubba una pagnotta e scappa via
pe' lui nun c'è nessuna malatia
che j'impedisca d'esse condannato!
Così va er monno! L'antra settimana
che Yeta se n'agnede cór sartore1
tutta la gente disse: - È una puttana.
Ma la duchessa, che scappò in America
cór cammeriere de l'ambasciatore,
- Povera donna! - dissero - È un'isterica!...
1) Fuggì col sarto. (Trilussa)

Lentamente muore
Chi diventa schiavo dell’abitudine
Ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi
Chi non cambia la marcia
Chi non rischia e cambia colore dei vestiti
Chi non parla a chi non conosce
Muore lentamente chi evita una passione
Chi preferisce il nero sul bianco
E i puntini sulle “i”
Piuttosto che un insieme di emozioni
Proprio quelle che fanno brillare gli occhi
Quelle annodi uno sbaglio un sorriso
Quelle che fanno battere il cuore
Davanti all’errore e ai sentimenti
Lentamente muore
Chi non capovolge il tavolo
Chi è infelice sul tavolo
Chi non rischia la certezza
Per l’incertezza per inseguire un sogno
Chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati
Lentamente muore chi non viaggia
Chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso
Muore lentamente
Chi distrugge l’amor proprio
Chi non si lascia aiutare
Chi passa i giorni a lamentarsi
Della propria sfortuna o della pioggia incessante
Lentamente muore
Chi abbandona un progetto prima di iniziarlo
Chi fa domande sugli argomenti che non conosce
Chi non risponde
Quando gli chiedono qualcosa che conosce
Evitiamo la morte a piccole dosi
Ricordando sempre che essere vivo
Richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
Del semplice fatto di respirare
Soltanto l’ardente pazienza porterà
Al raggiungimento di una splendida felicità
Pablo Neruda 



La vita è un'opportunità, coglila.
la vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, godine.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è vita, DIFENDILA.
 ( M. Teresa)



Il più bello dei mari
Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.
(Nazim Hikmet)



L'ALTRO
Il tuo prossimo è lo sconosciuto che è in te, reso visibile.
Il suo volto si riflette nelle acque tranquille, e in quelle acque,
se osservi bene, scorgerai il tuo stesso volto.
Se tenderai l'orecchio nella notte, è lui che sentirai parlare,
e le sue parole saranno i battiti del tuo stesso cuore.
 Non sei tu solo ad essere te stesso.
Sei presente nelle azioni degli altri uomini,
 e questi, senza saperlo,
sono con te in ognuno dei tuoi giorni.
precipiteranno se tu non precipiterai con loro,
e non si rialzeranno se tu non ti rialzerai.

 KAHLIL GIBR



Solitudine

Ha una sua solitudine lo spazio,
solitudine il mare e solitudine la morte -
eppure tutte queste son folla in confronto
a quel punto più profondo,
segretezza polare,
che è un’anima al cospetto
di se stessa:
infinità finita.
(Emily Dickinson)



La morte non è nulla

sono solamente passata dall’altra parte.
Sono ancora io e tu sei tu.
Quello che eravamo l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami come mi hai sempre chiamato,
parlami come hai sempre fatto,
non usare un tono diverso.
Non assumere un’aria solenne o triste,
continua a ridere di ciò che ci faceva ridere insieme,
prega, sorridi, pensa a me, prega con me.
Parlate di me in casa come è sempre stato fatto
senza enfasi o traccia d’ombra.
Che la vita significhi ancora per te quello che ha sempre significato,
che resti quello che è sempre stata.
Il filo non si è spezzato.
Pensi che io sia uscita dalla tua vita solo perché non mi vedi?
Non sono lontana, sono solamente dall’altra parte del cammino.
Vedi, tutto è bene, tu ritroverai il mio cuore,
ne risentirai la dolcezza.
Asciuga le lacrime.
E se mi ami, non piangere.
(S. Agostino)



Ti voglio bene
Ti voglio bene non solo per quello che sei,
ma per quello che sono io quando sto con te.
Ti voglio bene non solo per quello che hai fatto di te stesso,
ma per ciò che stai facendo di me.
Ti voglio bene perchè tu hai fatto più di quanto
abbia fatto qualsiasi fede per rendermi migliore,
e più di quanto abbia fatto qualsiasi destino per rendermi felice.
L'hai fatto senza un tocco, senza una parola, senza un cenno.
L'hai fatto essendo te stesso. Forse, dopo tutto, questo vuol dire essere un amico.
(Anonimo)

L'invito A me non interessa sapere quel che fai per vivere. Io voglio sapere per che cosa soffri, e se osi sognare di incontrare la passione del tuo cuore. A me non interessa sapere quanti anni hai. Io voglio sapere se rischieresti di sembrare un pazzo per amore, per i tuoi sogni, per l'avventura di essere vivo. A me non interessa sapere quali pianeti sono in quadratura con la tua luna. Io voglio sapere se hai toccato il centro del tuo proprio dolore, se sei stato aperto ai tradimenti della vita o se ti sei ritirato e chiuso per paura di ulteriore dolore! Voglio sapere se puoi star seduto con il dolore, il mio o il tuo, senza far niente per nasconderlo, o mascherarlo o immobilizzarlo. Voglio sapere se puoi stare con la gioia, la mia o la tua; se puoi danzare selvaggiamente e lasciare che l'estasi ti riempia fino alla punta delle dita e delle dita dei piedi senza ammonirci di stare attenti, di essere realisti, o di ricordare le limitazioni dell'umano. A me non interessa se la storia che stai raccontando è vera. Voglio sapere se puoi deludere l'altro per essere vero con te stesso. Se puoi sopportare l'accusa di tradimento e non tradire la tua anima. Voglio sapere se puoi essere fedele e quindi affidabile. Voglio sapere se puoi vedere la bellezza anche quando non è carina tutti i giorni, e se puoi nutrire la tua vita della Sua presenza. Voglio sapere se puoi vivere con il fallimento, il tuo e il mio, e ancora ergerti sulla riva di un lago e gridare all'argento della luna piena, “SÌ!” A me non interessa sapere dove vivi o quanti soldi hai. Voglio sapere se puoi alzarti dopo una notte di pena e disperazione, addolorato e ferito fino alle ossa, e fare ciò che c'è da fare per i figli. A me non interessa sapere chi sei e perchè sei qui. Voglio sapere se starai al centro del fuoco insieme a me e non ti ritirerai. Non mi interessa sapere dove o cosa o con chi hai studiato. Voglio sapere che cosa ti sostiene dall'interno quando tutto il resto cade giù. Voglio sapere se puoi stare da solo con te stesso, e se veramente ti piace la compagnia che dai nei momenti vuoti. (Oriah Mountain Dreamer)



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